Pagelle Gand-Wevelgem 2017, Van Avermaet sopraffino – Quick-Step rivedibile, Sagan imprevedibile
Greg Van Avermaet (BMC), 10: Semplicemente perfetto. Il corridore fiammingo è in stato di grazia e riesce nell’impresa di vincere Het Nieuwsblad, Harelbeke e Gand-Wevelgem. Un risultato importante che lo lancia grande favorito per il Giro delle Fiandre. Oggi è stato perfetto, al coperto fino al Kemmelberg e poi promotore dell’azione decisiva. Non si lascia sorprendere nelle fasi più concitate e nel finale è perfetto nella gestione delle forze e della situazione.
Jens Keukeleire (ORICA – Scott), 9: Spesso considerato un talento incompiuto, il corridore fiammingo sfoggia una prestazione maiuscole sulle strade della Gand-Wevelgem. Tra gli ultimi ad agganciarsi all’azione dei 14 dopo il Kemmelberg, è uno dei promotori dell’attacco decisivo e la piazza d’onore è il degno riconoscimento per una corsa di alto livello. Ora sarà interessante vederlo all’opera domenica prossima al Fiandre, ove l’asticella si alzerà.
Soren Kragh Andersen (Team Sunweb), 7.5: Il giovane danese rappresenta una delle piacevoli sorprese di giornata. Parte per supportare Michael Matthews, ma nel finale si trova davanti a giocarsi il successo con gente del calibro di Van Avermaet e Sagan. Un piazzamento poteva essere alla sua portata, ma si trova al centro della diatriba Sagan-Terpstra e perde la possibilità di ottenere un piazzamento, ripreso dal gruppo negli ultimi cento metri.
Juraj Sagan (Bora – Hansgrohe), 7: Il fratello del campione, sempre all’ombra di Peter che ha sempre contato su di lui. Non è una forza della natura, ma è un corridore che sa il fatto suo e in squadra dà sempre il suo contributo. Oggi, dopo aver lavorato riesce a resistere in gruppo cogliendo una buona quattordicesima posizione. Si vede poco, si parla poco di lui, ma può dare qualcosa al mondo del ciclismo. Tra l’altro è l’ennesima dimostrazione del fatto che la Bora, alla fine della fiera, non è così di basso livello come talvolta si pensa
Hugo Houle (Ag2r-La Mondiale), Ryan Mullen (Cannondale-Drapac), Mark McNally (Wanty-Groupe Gobert), Loïc Chetout (Cofidis), Christophe Masson (WB-Veranclassic Aqua Protect), Elmar Reinders (Roompot Oranje Peloton), Jay Robert Thomson (Dimension Data), Preben Van Hecke (Sport Vlaanderen-Baloise) e Dennis Van Winden (Israel Cycling Academy), 7: Andare in fuga non è mai semplice, specialmente quando la prima ora viene percorsa a più di 50 km/h di media. Questi nove corridori sono riusciti ad evadere dal gruppo lanciato ad alta velocità, garantendosi diverse ore al comando. Di certo sono meritevoli di un applauso.
Michael Matthews (Team Sunweb), 6.5: Nei primi anni di carriera si è sempre dedicato alle Ardenne, tralasciando le strade delle Fiandre, ma alla prima Gand-Wevelgem non sfigura affatto. Resta con i migliori fino all’ultimo, per poi ottenere un buon piazzamento in volata. Come punto di partenza non c’è male.
Sacha Modolo (UAE Fly Emirates), 6.5: Pimpante e coraggioso ad Harelbeke, oggi il veneto corre di rimessa cercando di restare con i migliori e alla fine coglie un piazzamento nei 10. Raramente lo abbiamo visto così pimpante nelle classiche e questo è certamente un buon segnale in vista delle prossime sfide.
Alberto Bettiol (Cannondale – Drapac), 6: Oggi non si piazza, ma ancora una volta dimostra di essere a suo agio su queste strade. Chiamato in extremis per sostituire Vanmarcke, si fa trovare pronto sul Kemmelberg pedalando con i migliori. Perde l’attimo nel finale, ma è lì pronto a dar battaglia. Il Giro delle Fiandre potrebbe essere un bel test di maturità.
Sonny Colbrelli (Bahrain – Merida), 6: Le strade fiamminghe sono perfette per un corridore con le sue caratteristiche, tuttavia sembra sempre che gli manchi qualcosina per lottare con i big. Considerando che è alle prime esperienze si può considerare normale, tuttavia l’impressione è che il bresciano abbia imbroccato la strada giusta. Proseguendo su questi binari, potrà togliersi belle soddisfazioni.
Jens Debusschere (Lotto Soudal), 6: Costretto con i suoi compagni a rimediare ad una situazione disastrosa, non lotta per la vittoria, tuttavia riesce a salvare la baracca con un buon sesto posto. Risultato comunque di prestigio in una corsa ad alto livello, ma per il Giro delle Fiandre bisognerà far meglio.
Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), 5.5: Diversamente da Harelbeke la gamba gira bene. Sui muri è tra i più brillanti e riesce quasi a tener botta a Sagan e Van Avermaet. Alla fine, tuttavia, si fa sorprendere quando il gruppo al comando si fraziona, compromettendo così le chance di risultati. Inutile l’ottimo lavoro di Scott Thwaites (voto 6.5), ma se non altro ha dato segnali di ripresa.
Quick-Step Floors, 5: Di tanto in tanto si palesa questa situazione nella formazione belga. Tante alternative, tanti nomi importanti, ma pochi risultati. Oggi la corazzata di Lefevere piazza ben tre uomini nella top 10, ma alla resa dei conti il risultato non può essere completamente soddisfacente. Niki Terpstra (voto 6) è in giornata, ma si perde nella discussione con Peter Sagan proprio quando aveva la possibilità di giocarsi il successo. Verosimilmente la squadra gli ha ordinato di rimanere passivo poiché in gruppo c’erano Tom Boonen e Fernando Gaviria per la volata, tuttavia resta una perplessità di fondo: perché, se la tattica era realmente questa, Zdenek Stybar e Matteo Trentin sono rimasti a lungo a bagnomaria e non si sono fermati per tirare a tutta il plotone? L’attendismo non ha pagato, malgrado le gambe non fossero male come testimoniano i vari piazzamenti.
Arnaud Démare (FDJ), 5: Il voto poteva essere più basso, ma ha l’attenuante di una caduta che, nonostante tutto, può aver influito sul suo rendimento nel finale. Passo indietro rispetto allo scorso anno, sebbene facendo lavorare i suoi nelle prime fasi avesse dato l’impressione di essere in giornata.
Team Sky, 4: Poche soddisfazioni per la corazzata britannica che lavora a lungo nelle prime fasi di corsa per poi sciogliersi come neve al sole nei chilometri finali. Con Gianni Moscon caduto e Luke Rowe in giornata no, l’unico che prova a portare avanti la baracca è Ian Stannard, ma anche lui si è espresso al di sotto delle proprie possibilità.
Alexander Kristoff (Katusha – Alpecin), sv: Sfortunato protagonista di una foratura in una delle fasi calde della corsa. Cerca in tutti i modi di rientrare, ma risulta impossibile e alla fine è costretto ad alzare bandiera bianca. Esce di scena con rabbia e con la voglia di cambiare musica per domenica.
Peter Sagan (Bora – Hansgrohe), 11: Preferisce perdere pur di non aiutare chi resta a ruota nel tentativo di fuga. Una scelta singolare da parte di un corridore che riesce sempre a sorprendere. La querelle con Terpstra è destinata a far discutere a lungo e si ha l’impressione che lo slovacco abbia buttato la possibilità di giocarsi il terzo successo alla Gand. Il voto 11 è fuori dai canoni, così come l’atleta slovacco che, a modo suo, è riuscito a offuscare tutti. Che vinca o che perda, in un modo o nell’altro, si finisce sempre per parlare soprattutto di lui.
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Sagan 1 non 11. Dimostra di fare il piangina. Chi vuole vincere non guarda in faccia nessuno. Merckx vinceva perchè tirava e se ne strafregava se doveva tirare per gli altri. Intanto ci si gioca la volata al posto di perdere apposta. SAGAN ATLETA INGUARDABILE!!